Ogni giorno, da bambino, venivo svegliato da un profumo intenso e “sconosciuto”, e dall’eco che proveniva dai campi di famiglia. Non capivo cosa stesse accadendo, ma quei mesi di Ottobre e Novembre erano ricchi di gioia per i miei parenti e di curiosità per chi, come me, rimaneva in attesa di una risposta.
Lo cercavo in ogni vicolo del paese che, quasi per magia, si svuotava durante quel periodo dell’anno. Insieme ai miei amici, ero libero di correre tra ciottoli e le strade strette del centro storico, tra angoli ameni e squarci panoramici, inseguendo quel piacevole odore…
Inebriante, quasi fosse una scia indelebile che conduceva alla campagna dove scovavo i miei nonni e i miei genitori impegnati a raccogliere le olive con pazienze e dedizione.
Ogni volta che oggi, a distanza di anni, assaggio il mio olio o mi ritrovo tra i miei ulivi, si risvegliano i ricordi della mia infanzia. Quei ricordi da cui sono partito per ricucire il legame con tradizioni passate, proiettandole verso il futuro.
Marco Prosseda